Crellestrasse is like a little village. They all know each other. They all greet one another. There is also a small square with a beautiful fountain in the middle. Trees. Children. Where, if not here, could Strandgut (n.d.t. anything found by the seaside) have landed. A…playroom? It’s not easy to define this enchanting place dedicated to playing. Don’t expect Nintendo, Lego, Monopoly, because here playing is rather a way of life. It is a space to indulge in contemplating and (more imortant still) touching simple and at first sight worthless objects, which though the look and memory of the child we used to be, turn into real treasures. Oh yes, you will remember them too. Small stones, unusual branches,
feathers, shells, sand corns. Next door there are some flying hats hanging from the ceiling at different hights, waiting for the right head to pass by. It’s an invitation impossible turn down, especially when you are accompanied by two year old girls. Time flies and we hardly notice it, busy as we are in sorting out our emotions and nostalgic feelings. Where are we, what is Strandgut? It’s a self-poetic project initiated by Gerburg Fuchs and Ute Strub. No business plan, no marketing strategy, no public financial support. Only a strong will to share this delightful space and let it grow with all those who will feel it as their own.La Crellestrasse è un piccolo villaggio. Tutti si conoscono. Tutti si salutano. C’è pure una piazzetta con una bella fontana al centro. Alberi, bambini. Dove, se non qui poteva approdare Strandgut (n.d.t. i reperti della spiaggia) una….ludoteca? Non so se è giusto definire così questo incantevole spazio dedicato al gioco. Non aspettatevi Nintendo, Lego, Monopoly, perché qui il gioco è piuttosto una regola di vita. È uno spazio in cui ci si perde ad osservare e ( quel che è più importante) toccare oggetti semplici e apparentemente privi di valore, ma che nello sguardo e nella memoria del “bambino” che eravamo e che ancora abita in noi si trasformano in veri e propri tesori. Ma sì, li ricordate anche voi. Sono piccoli sassi colorati, bastoncini dalle forme inconsuete, piume d’uccello, semi di girasole, chicchi di miglio, granelli di sabbia. Nella stanza accanto ci sono tanti cappelli volanti, a falda larga o a cilindro, che pendono dal soffitto a diverse altezze e stanno lì ad aspettare che una testa capiti proprio lì sotto. É un invito a nozze per i miei figli che oggi ci accompagnano. Il tempo scorre senza che ce ne accorgiamo, presi come siamo dallo stupore e dalla nostalgia. Ma insomma cos´è questo Strandgut? È uno progetto “autopoetico” nato dall’impegno e dall’idealismo di Gerburg Fuchs e Ute Strub. Nessun business plan, nessuna strategia di marketing e nessun sostegno pubblico. Soltanto la volontà di condividere questo spazio per giocare e di farlo crescere insieme a tutti coloro che lo sentiranno proprio.
